Qualche giorno fa ho accompagnato i bambini alla casa al mare della zia. Era una giornata bellissima e visitavo Castiglione della Pescaia per la prima volta. Rimanemmo solo poche ore, giusto il tempo per organizzare le valigie e salutare i bambini, ma il luogo era così bello che scattai un milione di fotografie.
Durante il ritorno, scorrendo la gallery, scoprii che la scheda SD si era corrotta e non salvava più nulla: del milione di foto me ne restavano due, nemmeno le migliori. Il peggio era che non mi restava nulla della giornata, perché avevo trascorso le poche ore con la mia famiglia gestendo autoscatti e zoom digitali, stringendo i miei figli in 5.5 pollici, riducendo l'orizzonte ad un rettangolo.Passato qualche giorno, siamo tornati a prendere i ragazzi. Abbiamo passato una bellissima giornata al mare, ragionando sull'assurdo del sole che compiva il suo percorso al contrario, dell'acqua così limpida, del castello sopra di noi e delle isole davanti. Ricordo perfettamente i quattro bagni coi miei figli e la pallonata in testa mentre giocavo con loro, il gusto del panino mangiato in spiaggia e il vento che ribaltava i bicchieri di carta. Non ho nessuna foto con mia nipote, ma ricordo il suo corpo minuscolo nel mio abbraccio e il suo sorriso luminoso mentre correva con i cugini.
Mi sono davvero goduta quella giornata. Ogni volta che il mio braccio andava alla borsa, verso il cellulare, lo ritraevo pensando "pazienza, farò le foto un altro giorno", e poi correvo dietro ai bambini, fra le onde.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo,prima che la vita diventasse qualche giga di pixel.
Ora vi confido un segreto: non ho ancora sostituito la scheda SD. Dovrò farlo se voglio continuare a gestire tutti i miei impegni lavorativi e non, ma per ora mi godo il momento.
Perché ogni madre sa che con ogni probabilità non ci sarà un altro momento oltre a quello presente. Ogni cosa, quando si tratta dei figli, si muove troppo velocemente: un giorno fanno qualcosa di originale o divertente, e il giorno dopo già non lo considerano più, è "roba da piccoli".
Ricordo che mia figlia aveva un modo delizioso di pronunciare il suo nome, non riusciva a dirlo bene e lo accorciava in modo simpatico. Ebbene, non lo ricordo più, quel nomignolo simpatico è andato. Scomparso.
Però ricordo che sorridevo sentendola appellarsi così, mi intenerivo. Il mio cuore si scioglie al ricordo di quei dolci momenti, perché li ho vissuti pienamente.
Goditeli adesso! è una frase che ogni mamma prima o poi si sente ripetere da nonne, zie e amiche più grandi. Quello che vogliono dire con questo, è di non lamentarsi dei propri figli, di assaporare i momenti belli e brutti dell'essere mamma, perché sono momenti che non torneranno.
Nessuna di noi replica a quella frase, perché sappiamo che è vero. Li vediamo crescere giorno dopo giorno e allontanarsi da noi. Se da un lato siamo orgogliose della loro indipendenza, dall'altro ci mancano gli atteggiamenti di quando erano piccoli e il loro infantile bisogno di noi.
Mettere da parte
Ci sono moltissimi trucchi per acquisire la consapevolezza del momento che si sta vivendo, ma quello che preferisco è "mettere da parte".
Quando i bambini vengono da me per raccontarmi qualcosa o mi chiamano per farmi vedere un gioco o una scoperta, io "metto da parte" quello che stavo facendo. Abbandono il cellulare se mi stavo svagando, appoggio i mestoli se stavo cucinando, mi sposto nella loro camera invece di parlare da una stanza all'altra, interrompo le faccende e mi avvicino. Il "mettere da parte" crea nel mio cervello una prima connessione con loro e mi accorgo che sono consapevoli che non verrò distratta da altro.
Sembra sciocco, ma lasciate che mi spieghi meglio con un esempio.
Ieri sera dopo aver sparecchiato stavo giocando sul telefono, quando mio figlio ha cominciato a raccontare un episodio divertente accaduto in oratorio. Mi sono voltata verso di lui, che ha continuato a parlare guardandomi distrattamente. Quando ho spento lo schermo e appoggiato il cellulare, sollevandomi per guardarlo meglio, lui si è alzato ed è venuto verso di me, descrivendo la scena che raccontava con tutto il suo corpo. Non stava più semplicemente parlando, mimava il racconto e lo rendeva divertente, era una vera connessione: mi trovavo in oratorio a giocare con lui! E mentre raccontava sorrideva.
Se vogliamo che i nostri figli continuino a volerci nella loro vita, è necessario creare questo tipo di connessioni. Abbandonare le distrazioni, resistere alla frase "adesso ho da fare" perché adesso non torna più e se abituiamo i bambini ad una madre e un padre che sono troppo impegnati per ascoltarli o partecipare alle loro scoperte quando decidono di raccontarle, arriverà anche il giorno in cui decideranno che non vale la pena raccontarsi a noi.
Piccoli trucchi per non dimenticare
Perché ho dimenticato quel nomignolo? Perché era normale, mi ero abituata ad esso e solo dopo qualche anno che mia figlia pronunciava correttamente il suo nome, mi sono resa conto di averlo scordato.
Non date nulla per scontato, con i bambini non c'è nulla di "normale". Ogni giorno accade qualcosa di speciale.
Ecco alcuni trucchi che possiamo usare per non dimenticare il tempo trascorso con loro.
Tenere un diario
Ci sono moltissimi motivi per tenere un diario e questo è uno dei tanti. Nella mia agenda, all'inizio di ogni mese aggiungo una nuova pagina in cui scrivo e disegno avvenimenti speciali man mano che accadono.
Alcune mie amiche invece annotano le scoperte dei loro piccoli, una di loro scrive le frasi simpatiche che inventa sua figlia (una vera sagoma!) Ognuno può trovare utile annotare ciò che crede per fermare quel momento speciale nella memoria.
Single task
Ho già detto come il multi-tasking sia assolutamente inefficace. Eseguire più attività contemporaneamente non è un bene nemmeno per la memoria perché favorisce la distrazione. La persistenza degli avvenimenti è favorita quando ci dedichiamo completamente ad un solo compito per volta. Anche quando il compito è il quotidiano occuparci dei figli o divertirci con loro.
La foto dell'anno
Ogni anno, a Natale, scatto una foto ai miei bambini. In casa c'è un muro dove sono allineate tutte, dalla loro nascita all'ultimo Natale. E' un modo per ricordare ogni anno della loro vita.
Si può scegliere una foto al mese, o uno scatto per stagione. Costringerci a scegliere una sola foto di un periodo ci permette di ripensare a quel momento, con il risultato di non dimenticarlo più e non abbiamo la scusa di non trovare il tempo per realizzare un intero album.
Reportage
L'idea è quella di immortalare ogni attimo di un'intera giornata, o un breve viaggio, un'escursione o la realizzazione di un lavoretto o una ricetta insieme. Coinvolgere i bambini nel reportage è sempre una buona idea e la persistenza del ricordo di quel giorno durerà una vita intera.
Il giorno delle coccole
Ho autorizzato i miei figli a pretendere le coccole. Quando decidono che è il giorno delle coccole, non si scappa: alla sera, prima di metterli a letto nella loro stanza, sono autorizzati ad entrare nel lettone per almeno una mezzora, a parlare e farci le coccole. Non sono ammesse obiezioni da parte di nessuno: è un'ora sacra.
Racconta di quando eri piccola
Ho cominciato a raccontare ai miei figli le storie della mia famiglia quando erano ancora molto piccoli, sostituendole ogni tanto alla fiaba della sera. Considero il tramandare la storia familiare uno dei regali più grandi che può fare un genitore ai propri figli. Conoscere le storie e le persone del passato che hanno portato alla loro esistenza, contribuisce a formare l'identità e definire il loro posto nel mondo.
Oggi che sono grandicelli, mi chiedono di raccontare "di quando ero piccola". Spesso ci rechiamo ai mercatini per vedere i "reperti" del passato mio e dei nonni, giocattoli, telefoni a disco e cose del genere. Si divertono a chiedermi come facevo a giocare senza computer e si meravigliano quando racconto delle mie avventure con la "caratella" o della piccola Fiat Cinquecento che aveva il mio papà e di come si filava dritti a letto dopo il Carosello.
Ricordo che mia figlia aveva un modo delizioso di pronunciare il suo nome, non riusciva a dirlo bene e lo accorciava in modo simpatico. Ebbene, non lo ricordo più, quel nomignolo simpatico è andato. Scomparso.
Però ricordo che sorridevo sentendola appellarsi così, mi intenerivo. Il mio cuore si scioglie al ricordo di quei dolci momenti, perché li ho vissuti pienamente.
Goditeli adesso! è una frase che ogni mamma prima o poi si sente ripetere da nonne, zie e amiche più grandi. Quello che vogliono dire con questo, è di non lamentarsi dei propri figli, di assaporare i momenti belli e brutti dell'essere mamma, perché sono momenti che non torneranno.
Nessuna di noi replica a quella frase, perché sappiamo che è vero. Li vediamo crescere giorno dopo giorno e allontanarsi da noi. Se da un lato siamo orgogliose della loro indipendenza, dall'altro ci mancano gli atteggiamenti di quando erano piccoli e il loro infantile bisogno di noi.
Mettere da parte
Ci sono moltissimi trucchi per acquisire la consapevolezza del momento che si sta vivendo, ma quello che preferisco è "mettere da parte".
Quando i bambini vengono da me per raccontarmi qualcosa o mi chiamano per farmi vedere un gioco o una scoperta, io "metto da parte" quello che stavo facendo. Abbandono il cellulare se mi stavo svagando, appoggio i mestoli se stavo cucinando, mi sposto nella loro camera invece di parlare da una stanza all'altra, interrompo le faccende e mi avvicino. Il "mettere da parte" crea nel mio cervello una prima connessione con loro e mi accorgo che sono consapevoli che non verrò distratta da altro.
Sembra sciocco, ma lasciate che mi spieghi meglio con un esempio.
Ieri sera dopo aver sparecchiato stavo giocando sul telefono, quando mio figlio ha cominciato a raccontare un episodio divertente accaduto in oratorio. Mi sono voltata verso di lui, che ha continuato a parlare guardandomi distrattamente. Quando ho spento lo schermo e appoggiato il cellulare, sollevandomi per guardarlo meglio, lui si è alzato ed è venuto verso di me, descrivendo la scena che raccontava con tutto il suo corpo. Non stava più semplicemente parlando, mimava il racconto e lo rendeva divertente, era una vera connessione: mi trovavo in oratorio a giocare con lui! E mentre raccontava sorrideva.
Se vogliamo che i nostri figli continuino a volerci nella loro vita, è necessario creare questo tipo di connessioni. Abbandonare le distrazioni, resistere alla frase "adesso ho da fare" perché adesso non torna più e se abituiamo i bambini ad una madre e un padre che sono troppo impegnati per ascoltarli o partecipare alle loro scoperte quando decidono di raccontarle, arriverà anche il giorno in cui decideranno che non vale la pena raccontarsi a noi.
Piccoli trucchi per non dimenticare
Perché ho dimenticato quel nomignolo? Perché era normale, mi ero abituata ad esso e solo dopo qualche anno che mia figlia pronunciava correttamente il suo nome, mi sono resa conto di averlo scordato.
Non date nulla per scontato, con i bambini non c'è nulla di "normale". Ogni giorno accade qualcosa di speciale.
Ecco alcuni trucchi che possiamo usare per non dimenticare il tempo trascorso con loro.
Tenere un diario
Ci sono moltissimi motivi per tenere un diario e questo è uno dei tanti. Nella mia agenda, all'inizio di ogni mese aggiungo una nuova pagina in cui scrivo e disegno avvenimenti speciali man mano che accadono.
Alcune mie amiche invece annotano le scoperte dei loro piccoli, una di loro scrive le frasi simpatiche che inventa sua figlia (una vera sagoma!) Ognuno può trovare utile annotare ciò che crede per fermare quel momento speciale nella memoria.
Single task
Ho già detto come il multi-tasking sia assolutamente inefficace. Eseguire più attività contemporaneamente non è un bene nemmeno per la memoria perché favorisce la distrazione. La persistenza degli avvenimenti è favorita quando ci dedichiamo completamente ad un solo compito per volta. Anche quando il compito è il quotidiano occuparci dei figli o divertirci con loro.
La foto dell'anno
Ogni anno, a Natale, scatto una foto ai miei bambini. In casa c'è un muro dove sono allineate tutte, dalla loro nascita all'ultimo Natale. E' un modo per ricordare ogni anno della loro vita.
Si può scegliere una foto al mese, o uno scatto per stagione. Costringerci a scegliere una sola foto di un periodo ci permette di ripensare a quel momento, con il risultato di non dimenticarlo più e non abbiamo la scusa di non trovare il tempo per realizzare un intero album.
Reportage
L'idea è quella di immortalare ogni attimo di un'intera giornata, o un breve viaggio, un'escursione o la realizzazione di un lavoretto o una ricetta insieme. Coinvolgere i bambini nel reportage è sempre una buona idea e la persistenza del ricordo di quel giorno durerà una vita intera.
Il giorno delle coccole
Ho autorizzato i miei figli a pretendere le coccole. Quando decidono che è il giorno delle coccole, non si scappa: alla sera, prima di metterli a letto nella loro stanza, sono autorizzati ad entrare nel lettone per almeno una mezzora, a parlare e farci le coccole. Non sono ammesse obiezioni da parte di nessuno: è un'ora sacra.
Racconta di quando eri piccola
Ho cominciato a raccontare ai miei figli le storie della mia famiglia quando erano ancora molto piccoli, sostituendole ogni tanto alla fiaba della sera. Considero il tramandare la storia familiare uno dei regali più grandi che può fare un genitore ai propri figli. Conoscere le storie e le persone del passato che hanno portato alla loro esistenza, contribuisce a formare l'identità e definire il loro posto nel mondo.
Oggi che sono grandicelli, mi chiedono di raccontare "di quando ero piccola". Spesso ci rechiamo ai mercatini per vedere i "reperti" del passato mio e dei nonni, giocattoli, telefoni a disco e cose del genere. Si divertono a chiedermi come facevo a giocare senza computer e si meravigliano quando racconto delle mie avventure con la "caratella" o della piccola Fiat Cinquecento che aveva il mio papà e di come si filava dritti a letto dopo il Carosello.
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