"Sei una str**a! Te non capisci mai niente! Ti odio!"
Sbatte la porta e si chiude per ore in camera sua.
Magari non scende nemmeno per cena.
O lasciarla senza cena è l'unica soluzione che tenti per farle aprire quella dannata porta, mentre pensi ai mille modi in cui fargliela pagare.
Toglierle il telefono per una settimana.
Non farla uscire per un mese.
Fare la lavastoviglie da qui all'eternità.
Sai che non servirà a nulla. Certo non migliorerà la situazione. Non accorcerà la distanza.
Le parole non sono pietre, ma fanno male.
I genitori di un adolescente vivono quasi ogni giorno scenari come questo e tante volte con parole più dure e crudeli di quelle che ho scritto.
Non è raro sentire frasi del genere anche da ragazzi più piccoli. Oggi i bambini entrano in contatto con le emozioni adulte molto prima di quanto è accaduto a noi, perciò capita di essere davvero impreparati a rispondere.
Quelle frasi crudeli, parole maleducate e rozze, insulti e accuse infondate e pensieri confusi, richiedono da parte di noi adulti una reazione appropriata al nostro ruolo di educatori.
Ho già scritto in precedenza che ritengo sia sempre meglio non reagire alle parole dette sotto l'impulso del momento.
Tutti sappiamo che quando la rabbia ci assale, le parole che ci escono sono esagerate, cattive, appuntite come spilloni e il più delle volte non diciamo quello che vorremmo.
Il freno che ci trattiene si spezza con la rabbia del momento e le parole vengono scagliate come il carico mortale di una catapulta: feriscono profondamente.
E così succede anche ai nostri figli, che quando sono adirati ci vomitano addosso parole che non sarebbero in grado di pronunciare in qualsiasi altro momento.
Non è facile mantenere la calma e guardare oltre, anche se siamo convinti di dover rispondere logicamente, ponderatamente, il nostro istinto è reagire con la stessa mancanza di rispetto.
La mia famiglia non è perfetta, tutt'altro. In casa accade spesso che in momenti di accesa rabbia, scaturita da eventi esterni o da un lungo accumulo di frustrazioni, qualcuno di noi scoppi.
Succede anche ai ragazzi, che stanno raggiungendo l'età in cui emerge la loro personalità.
Tuttavia dopo una discussione feroce, sentiamo di dover chiedere scusa per le cose dette con rabbia. Non volevamo usare quelle delle frasi crudeli, ma siamo caduti nel sentiero ripido della rabbia, scivolando ed infangandoci.
Non è difficile scusarsi dopo che il primo trova il coraggio. Anzi, diventa necessario per ciascuno di noi. Più o meno consapevolmente, finiamo tutti per ammettere di essere stati troppo duri.
Il positive parenting è una crescita lenta, non è un decalogo di soluzioni facili e risultati immediati proprio perché si basa sul rispetto della personalità di ogni componente della famiglia e sull'apprendimento dei ragazzi che modellano il loro comportamento su quello tenuto dagli adulti.
Ignorarle, li farà insistere nella discussione finché saremo costretti a fare qualcosa, e sarà la rabbia accumulata a guidare le nostre azioni.
Cercare di fermarle, li indurrà a rifarlo ancora, perché diamo loro l'attenzione che stanno cercando, anche se non è quella giusta.
Innanzitutto, come adulti, dobbiamo prestare attenzione a noi stessi. Chiederci quali parole, quali modi ci fanno arrabbiare maggiormente. Quali frasi i nostri figli dicono per far scattare in noi l'interruttore della rabbia.
In secondo luogo, dobbiamo assolutamente rifiutarci di utilizzare gli stessi mezzi e lo stesso comportamento. Non accettare lo scontro. Non rispondere al sarcasmo con altro sarcasmo, agli insulti con insulti ancora maggiori. Non cercare di usare la razionalità per farli ragionare sull'irrazionalità del loro comportamento.
Infine, andare oltre al momento, alle frasi e ai modi. Di sicuro utilizzano quelle parole nel tentativo di farci capire come si sentono in quel preciso momento, ma senza riuscirci. Invece di pretendere che trovino da soli il modo di comportarsi in casi del genere, è il momento di aiutarli ad imparare come identificare e comunicare i propri sentimenti. In in questo modo potranno agire diversamente la prossima volta che si trovano in una situazione simile.
In questa breve serie cercherò di capire come reagire alle tipiche frasi di un adolescente utilizzando le tecniche del positive parenting e della comprensione reciproca.
Potrete seguirmi nel tentativo di insegnare ai miei ragazzi ad interpretare e gestire le proprie emozioni, che stanno maturando rispetto alle semplici necessità dell'infanzia, verso il mondo più complesso e variegato dei sentimenti adulti.
Vediamo come andrà a finire 😀
Come ti permetti? Gestire il comportamento irrispettoso dei figli
L'interruttore della rabbia
La midfulness spiegata ai bambini
4 strategie per ritrovare la calma nel caos
Sbatte la porta e si chiude per ore in camera sua.
Magari non scende nemmeno per cena.
O lasciarla senza cena è l'unica soluzione che tenti per farle aprire quella dannata porta, mentre pensi ai mille modi in cui fargliela pagare.
Toglierle il telefono per una settimana.
Non farla uscire per un mese.
Fare la lavastoviglie da qui all'eternità.
Sai che non servirà a nulla. Certo non migliorerà la situazione. Non accorcerà la distanza.
Le parole non sono pietre, ma fanno male.
I genitori di un adolescente vivono quasi ogni giorno scenari come questo e tante volte con parole più dure e crudeli di quelle che ho scritto.
Non è raro sentire frasi del genere anche da ragazzi più piccoli. Oggi i bambini entrano in contatto con le emozioni adulte molto prima di quanto è accaduto a noi, perciò capita di essere davvero impreparati a rispondere.
Quelle frasi crudeli, parole maleducate e rozze, insulti e accuse infondate e pensieri confusi, richiedono da parte di noi adulti una reazione appropriata al nostro ruolo di educatori.
Le emozioni e le parole dei ragazzi sono impulsive e senza filtri, al pari dell'esplodere dei loro sentimenti.
Ho già scritto in precedenza che ritengo sia sempre meglio non reagire alle parole dette sotto l'impulso del momento.
Tutti sappiamo che quando la rabbia ci assale, le parole che ci escono sono esagerate, cattive, appuntite come spilloni e il più delle volte non diciamo quello che vorremmo.
Il freno che ci trattiene si spezza con la rabbia del momento e le parole vengono scagliate come il carico mortale di una catapulta: feriscono profondamente.
E così succede anche ai nostri figli, che quando sono adirati ci vomitano addosso parole che non sarebbero in grado di pronunciare in qualsiasi altro momento.
Non è facile mantenere la calma e guardare oltre, anche se siamo convinti di dover rispondere logicamente, ponderatamente, il nostro istinto è reagire con la stessa mancanza di rispetto.
La mia famiglia non è perfetta, tutt'altro. In casa accade spesso che in momenti di accesa rabbia, scaturita da eventi esterni o da un lungo accumulo di frustrazioni, qualcuno di noi scoppi.
Succede anche ai ragazzi, che stanno raggiungendo l'età in cui emerge la loro personalità.
Tuttavia dopo una discussione feroce, sentiamo di dover chiedere scusa per le cose dette con rabbia. Non volevamo usare quelle delle frasi crudeli, ma siamo caduti nel sentiero ripido della rabbia, scivolando ed infangandoci.
Non è difficile scusarsi dopo che il primo trova il coraggio. Anzi, diventa necessario per ciascuno di noi. Più o meno consapevolmente, finiamo tutti per ammettere di essere stati troppo duri.
Il positive parenting è una crescita lenta, non è un decalogo di soluzioni facili e risultati immediati proprio perché si basa sul rispetto della personalità di ogni componente della famiglia e sull'apprendimento dei ragazzi che modellano il loro comportamento su quello tenuto dagli adulti.
Verso un canale di comunicazione fra genitori e figli adolescenti
Reagire alle parole rabbiose dei nostri figli porta solo ad una reazione uguale e contraria e quindi all'inizio di una guerra.Ignorarle, li farà insistere nella discussione finché saremo costretti a fare qualcosa, e sarà la rabbia accumulata a guidare le nostre azioni.
Cercare di fermarle, li indurrà a rifarlo ancora, perché diamo loro l'attenzione che stanno cercando, anche se non è quella giusta.
Innanzitutto, come adulti, dobbiamo prestare attenzione a noi stessi. Chiederci quali parole, quali modi ci fanno arrabbiare maggiormente. Quali frasi i nostri figli dicono per far scattare in noi l'interruttore della rabbia.
In secondo luogo, dobbiamo assolutamente rifiutarci di utilizzare gli stessi mezzi e lo stesso comportamento. Non accettare lo scontro. Non rispondere al sarcasmo con altro sarcasmo, agli insulti con insulti ancora maggiori. Non cercare di usare la razionalità per farli ragionare sull'irrazionalità del loro comportamento.
Infine, andare oltre al momento, alle frasi e ai modi. Di sicuro utilizzano quelle parole nel tentativo di farci capire come si sentono in quel preciso momento, ma senza riuscirci. Invece di pretendere che trovino da soli il modo di comportarsi in casi del genere, è il momento di aiutarli ad imparare come identificare e comunicare i propri sentimenti. In in questo modo potranno agire diversamente la prossima volta che si trovano in una situazione simile.
In questa breve serie cercherò di capire come reagire alle tipiche frasi di un adolescente utilizzando le tecniche del positive parenting e della comprensione reciproca.
Potrete seguirmi nel tentativo di insegnare ai miei ragazzi ad interpretare e gestire le proprie emozioni, che stanno maturando rispetto alle semplici necessità dell'infanzia, verso il mondo più complesso e variegato dei sentimenti adulti.
Vediamo come andrà a finire 😀
Ricorda di essere sempre gentile con le persone che incontri nel tuo cammino.
Potrebbero avere un adolescente in casa.
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RispondiEliminaaggiungere interesse, il cinema https://streamingita.video evoca sempre una certa felicità e passione...
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