Quando sta per arrivare il temporale, che vedi i nuvoloni all'orizzonte, righe grigie e nere e di mille grigi e di mille neri che si sormontano quasi onde del mare e spingono l'una sull'altra, finché non vedi in lontananza il bagliore diffuso del fulmine dentro di loro, ecco che allora cominci a chiudere le porte, le finestre, le controfinestre, gli abbaini, i balconi e le cantine. Chiami tutti in casa, perché ti aiutino, correte di sopra, gridi, correte di sotto. Nulla resti aperto o il vento forte si porterà via tutto.
Sgomberi il giardino, sgomberi i terrazzi, copri tutto di cerate e corde. Nulla si vede più, tutto scompare.
E quando tutti hanno chiuso, tappato, assicurato, ci si siede insieme nella stanza calda, quella dove è rimasto un pertugio alzato a controllare l'orizzonte. E si aspetta il tuono.
teniamoci stretti che c’è vento forte
che ci porta via
teniamoci stretti facciamoci stretti
abbracciamoci coi bracci
aggambiamoci con le gambe
addentiamoci
annodiamo i nostri capelli ai nostri capelli
incastriamoci le dita dei piedi
diamoci le mani
guardiamoci senza mai dimenticarci di guardarci
dentro gli occhi
c’è un vento così forte
che ci porta via
teniamoci stretti che c’è vento forte
ancoriamoci
l’una all’altro
l’altro all’una
finché non calma
e se non calma
perché potrebbe non calmare – bada – potrebbe
se ci molliamo
saremo scaraventati via lontano
sarà poi difficile trovarci
forse impossibile
dimenticheremo le nostre voci
le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci
dunque ancoriàmoci
bellezza mia
ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni
ed io sia maledetto
se mollo questa presa di salvezza
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