Oggi voglio descrivere come ho affrontato del delutter della zona centrale della mia casa, il cui riordino ha cambiato l'aspetto dell'intero salotto. Nelle serate precedenti avevo ormai terminato di ripulire ingresso, cucina e una parte della sala, ma stavo per cimentarmi nella sezione più impegnativa: la zona TV e la libreria.
Se il mobile sotto la TV era la zona più ostica del soggiorno, lo studio è sicuramente la stanza più impegnativa della casa. Nel prossimo post descriverò come ho affrontato e sto ancora affrontando, lo space clearing di questo ambiente.
Altri post su questo argomento:
1. La motivazione
2. Definire le zone
3. Le quattro fasi
4. La mia teoria del bello
5. Prima e Dopo
La libreria mi spaventava per la mole di lavoro, vista la sua ampiezza, ma la zona TV mi terrorizzava letteralmente!
Il cuore del mio salotto, era zeppo di giocattoli, fogli e tutte le cose che i bambini utilizzano per trascorrere i pomeriggi sull'ampio pavimento. Con il tempo, il tavolo basso dove tengo lettore DVD, decoder e access point era diventato l'appoggia-tutto dove mettere ciò che non ha un posto preciso o che non si ha voglia di riporre altrove.
Avevo cercato di domare la produzione di lavoretti e disegni fornendo due grandi scatole, ma ben presto tutti (non solo i bimbi) avevano deciso che era più comodo appoggiarvi le cose sopra, invece che aprirle.
Per riuscire in un duraturo space clearing non era sufficiente eliminare e riordinare, ma occorreva predisporre una migliore organizzazione delle cose in maniera che tutti avrebbero poi mantenuto l'ordine anche in mia assenza, almeno in parte.
Seguendo le 4 fasi, vuotai l'intera zona riponendo tutto sul tavolo della sala e mi chiesi come avrei potuto utilizzare il mobile sotto la TV in maniera efficace e con un impatto estetico gradevole sulla stanza principale della casa.
Mi sentivo abbastanza disorientata perché per la prima volta non avevo un'idea ben chiara di come questo declutter sarebbe andato a finire. Sapevo che così com'era quella zona non andava bene, ma non avevo idea di cosa mettere su quel mobile. Ripresi dalle 4 fasi e cominciai a pulire, prima sopra, poi sotto, infine dietro. Spostandolo trovai un microcosmo di cose perdute e sporcizia che anziché abbattermi aumentò la mia determinazione: era davvero ora di farlo!
Ho imparato che quando mi sento sopraffatta dal caos, la posso sempre affidarmi alle Quattro Fasi del riordino.
Ora che la zona era diventata come nuova, mi concentrai su come riordinare gli oggetti, che erano davvero tanti, in quel piccolo mobile. Tutte queste cose che stavo guardando, ammonticchiate sopra il tavolo, dove avrebbero trovato posto? Mi occorreva un piano... Prima di scoraggiarmi, proseguii il lavoro concentrandomi su quello che sapevo di certo e, continuando a seguire l'ordine delle 4 fasi, suddivisi gli oggetti, mantenendo quelli da tenere sul tavolo e riempiendo dei sacchi per quelli di cui liberarmi buttando o regalando.
A quel punto mi concentrai sugli oggetti rimasti. Mi resi conto che si trattava perlopiù di giochi in scatola e disegni o materiale da disegno e lavori creativi. Le scatole impilate potevano avere un aspetto gradevole e ne avevo anche altre stipate negli sportelli della libreria e nello studio, e forse anche in soffitta e nelle camere.
Decisi di rendere più flessibile il mio metodo e introdussi un po' di Konmari: portai nel centro del salotto tutte le scatole di giochi da tavolo che possedevo e comincia ad analizzarle generando altri mucchi di giochi da tenere, regalare e buttare.
Ho imparato che lo Space Clearing non è una scienza esatta e posso sempre applicare nuove metodologie.
Nel frattempo si era liberato un vano chiuso dove ho potuto riporre tutto il materiale per il disegno e i libri da colorare dei bambini. Era finalmente ora di passare alla fase 4 e riordinare gli oggetti sopravvissuti al declutter.
Per prima cosa impilai ordinatamente le scatole dei giochi sul mobile sotto la TV, quindi rimediai delle vecchie scatole di cartone per i ripiani dove riporre matite colori e tutto il necessario alla creatività dei bambini. Qualche giorno dopo, in accordo alla mia teoria del bello, le scatole furono sostituite con due cesti d'arredo.
Raccolsi infine i cavi che scendono dalla TV con un nastro giallo per tenerli raccolti e renderli meno evidenti sul muro della sala.
Al termine del lavoro il salotto aveva cambiato aspetto. Passarono due settimane e acquistai un grande tappeto dove i bambini potessero sedersi a lavorare e giocare. Da subito si resero conto anche loro di quanto fosse più bella la stanza dove trascorrevano i pomeriggi e mostrai dove trovare e riporre le loro cose.
Adesso alla sera il tempo del riordino non supera i cinque minuti, perché loro stessi prima di andare a dormire rimettono a posto le cose lasciate in terra; in più hanno cominciato ad utilizzare molti giochi da tavolo che avevano dimenticato di avere, sparsi nelle diverse stanze della casa.
Fa piacere vedere quanto la sala sia ora accogliente senza aver investito in mobili e arredi nuovi e a tutti piace usarla per giocare, mangiare, ascoltare musica o guardare la TV.
Malgrado ognuno dei bimbi abbia la sua stanza, entrambi preferiscono comunque giocare insieme in sala. Purtroppo ogni volta portano giù dalla zona camere un gioco o un oggetto che deve poi essere riportato su per evitare che l'ambiente torni ad essere disordinato. Tuttavia è molto difficile che, presi dal nuovo gioco, il primo venga rimesso subito a posto, tanto meno se va in un altro piano della casa.
Dovevo trovare una strategia affinché questo processo venisse facilitato per tutti e così da un'idea presa in rete, acquistai tre cesti adatti ai gradini della sala. Su ognuno misi il cartello coi nostri nomi e spiegai ai piccoli (e a i grandi) che quando riordinavano il tappeto, gli oggetti da portare in camera dovevano essere messi nei cesti. Ogni sera, all'ora di andare a letto, ognuno avrebbe preso gli oggetti dal proprio cesto per riportarli in camera. Avendo la dimensione di un gioco, questo metodo funziona ancora abbastanza bene e la sala si mantiene, a distanza ormai di mesi, più o meno in bell'ordine.
Raccolsi infine i cavi che scendono dalla TV con un nastro giallo per tenerli raccolti e renderli meno evidenti sul muro della sala.
Al termine del lavoro il salotto aveva cambiato aspetto. Passarono due settimane e acquistai un grande tappeto dove i bambini potessero sedersi a lavorare e giocare. Da subito si resero conto anche loro di quanto fosse più bella la stanza dove trascorrevano i pomeriggi e mostrai dove trovare e riporre le loro cose.
Adesso alla sera il tempo del riordino non supera i cinque minuti, perché loro stessi prima di andare a dormire rimettono a posto le cose lasciate in terra; in più hanno cominciato ad utilizzare molti giochi da tavolo che avevano dimenticato di avere, sparsi nelle diverse stanze della casa.
Fa piacere vedere quanto la sala sia ora accogliente senza aver investito in mobili e arredi nuovi e a tutti piace usarla per giocare, mangiare, ascoltare musica o guardare la TV.
Ho imparato che l'ordine genera serenità e armonia anche se la casa è abitata da bambini vivacissimi .
Malgrado ognuno dei bimbi abbia la sua stanza, entrambi preferiscono comunque giocare insieme in sala. Purtroppo ogni volta portano giù dalla zona camere un gioco o un oggetto che deve poi essere riportato su per evitare che l'ambiente torni ad essere disordinato. Tuttavia è molto difficile che, presi dal nuovo gioco, il primo venga rimesso subito a posto, tanto meno se va in un altro piano della casa.
Dovevo trovare una strategia affinché questo processo venisse facilitato per tutti e così da un'idea presa in rete, acquistai tre cesti adatti ai gradini della sala. Su ognuno misi il cartello coi nostri nomi e spiegai ai piccoli (e a i grandi) che quando riordinavano il tappeto, gli oggetti da portare in camera dovevano essere messi nei cesti. Ogni sera, all'ora di andare a letto, ognuno avrebbe preso gli oggetti dal proprio cesto per riportarli in camera. Avendo la dimensione di un gioco, questo metodo funziona ancora abbastanza bene e la sala si mantiene, a distanza ormai di mesi, più o meno in bell'ordine.
Ho imparato che è più semplice mediare soluzioni comode a tutti, invece che insistere ostinatamente pretendendo che le persone si adeguino rigidamente ai miei metodi.
Se il mobile sotto la TV era la zona più ostica del soggiorno, lo studio è sicuramente la stanza più impegnativa della casa. Nel prossimo post descriverò come ho affrontato e sto ancora affrontando, lo space clearing di questo ambiente.
Altri post su questo argomento:
1. La motivazione
2. Definire le zone
3. Le quattro fasi
4. La mia teoria del bello
5. Prima e Dopo
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