Durante la gravidanza ho capito che non avrei (mai) più riposato come prima¹. Col pancione mi svegliavo spessissimo per la pipì o perché ero scomoda, ma sapevo che nata la piccola ci sarebbero state le poppate notturne. Un tempo per dormire mi serviva il silenzio e il buio praticamente totale. Ho passato notti lunghissime ospite di amici con terribili videoregistratori dall'inquietante luce verde, i peggiori sono quelli che non mettono l'ora e il display mostra a intermittenza l'ora zero 00:00:00! In ospedale avevo imparato a dormire con la luce, i pianti e i lamenti delle gestanti. Dieci giorni lunghissimi, quattro prima, per indurre il parto e sei dopo, a causa della bilio. In quei dieci giorni ho avuto compagne di stanza con telefonini dai suoni invadenti, parenti ancora più invadenti, bebè frignanti, morsi uterini da far urlare, luce sempre accesa a controllare il nuovo nato. E la luce del corridoio, con l'infermiera di turno che apre la porta che tu ostinatamen...