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Visualizzazione dei post da ottobre, 2007
Oggi mi son guardata un film. Dopo giorni trascorsi a mettermi in pari con gli episodi di Angel, Torchwood, Doctor Who, Dexter, CSI, Lost e l'ultimo arrivato, Jekill, ho finalmente intaccato la pila di vhs dei film. Mi son guardata The weather man . Un annunciatore delle previsioni del tempo, divorziato e frustrato, cerca di ridare un senso alla sua vita. Praticamente The family man: the day after . Non male, tutto sommato. Mi è piaciuto abbastanza.

Ponfo

Ieri mi è venuto un ponfo sul mento. Ponfo, mostro, bugno, brufolo, fate voi. Quel tipo di eruzione cutanea che da ragazza mi avrebbe sicuramente fatto rinunciare ad un brillante sabato sera. Un'innegabile vantaggio della maturità: niente più brillanti sabati sera cui rinuciare. Il ponfo, però, mi ha costretto a due cose che detesto. Cosa numero uno: truccarmi. Cosa numero due: struccarmi. A proosito della cosa numero uno, il novantanove percento delle persone che ho incontrato mi hanno detto che ero in gran forma. E' la classica osservazione acida travestita da complimento. Nessuno ha avuto la faccia tosta di dirmi che truccata sto meglio. Tranne mia madre, ovviamente, la quale ha anche aggiunto che dovrei sforzarmi di farlo ogni mattina. Almeno ha capito che è uno sforzo. Alla sera, dopo aver addormentato Pallina, vado a lavarmi i denti e un altro po' mi spavento davanti al mio riflesso: il mascara si è trasformato in un bel paio di occhiaie posticce. Mi ero scordata

And the winner is...

Antefatto: in azienda si fa un concorso per dare il nome ad un nuovo prodotto, in palio un allettante premio "tecnologico". Oggi arriva la mail di comunicazione del vincitore. Un collega moOolto antipatico che Sutton definirebbbe senza dubbio stronzo, culoecamicia col capo megagalattico, è il designato vincitore per aver scelto un nome composto dalle due parole maggiormente utilizzate in tutti gli altri prodotti dell'azienda. Nei minuti successivi alla mail, dai cubicoli se ne sentono di tutti i colori, sull'originalità del nome e sul vincitore. Commenti dettati probabilmente dall'invidia, ma come dico sempre, chi non partecipa non vince. Si ride un po' e ci si rimette al lavoro, finché non arriva un collega dal reparto HW e ci racconta questa bella storiella. Il nome lo ha scelto il capo megagalattico, che come sempre finge di chiedere collaborazione e poi fa come gli pare. Che sia lui l'autore del nome però non si deve sapere e il responsabile dell&
Hel Maedb: - Voglio sentire la passione, sono anni che non mi fai più sentire le farfalline nello stomaco... Gemadhar: - No, non sono anni! HM: - Sono anni, lo saprò o no? Dove sono le mie farfalline? G: - Eh, dove sono le tue farfalline? HM: - Rivoglio le mie farfalline! Ce le hai te, da qualche parte. ... G: - Vuoi dire che quel movimento che sentivo lì sotto... ?

Statals' time

Qui da noi il lunedì e il giovedì gli impiegati statali lavorano ANCHE al pomeriggio. Costituiscono una percentuale enorme dei lavoratori e se ci si trova per strada alle 17.59 del lunedì o giovedì, si assiste al fenomeno che Gemadhar ed io abbiamo chiamato statals' time . Un fiume di auto si riversa contemporaneamente nelle strade della repubblica intasando la superstrada dal confine alla capitale, nei due sensi. Oggi pioveva, erano le sei del pomeriggio ed io dovevo uscire in retromarcia da un parcheggio sulla superstrada, vi lascio immaginare. C'è solo una cosa peggiore dello statals' time con la pioggia: lo statals' time con la neve.

Ultime Keywords

norma matematica e qui il mio spropositato ego da ingegnere gongola elauriano star trek  devo scrivere di più sull'argomento f ilm drammatici con lieto fine farei io stessa la ricerca per vedere cosa diavolo ha trovato PRO E CONTRO SCARPE CROCS  sempre scarpe bambini asilo piangere tasto dolente, fortuna Pallina si è adattata pasta hoffmann questo era un buon argomento the sarah connor chronicles che fine avrà fatto 'sto telfilm? scarpe appuntite altre scarpe PREZZO DEL BACCALA' NEI SUPERMERCATI  cibo, cibo, cibo, ma possibile che mi cerchino solo per questo ? ricetta passatelli asciutti  ancora cibo, non è che mi cercano, è che mi trovano!

Rimboccarsi le maniche

Qualche giorno fa mia mamma ha ricevuto lo sfratto dal suo negozietto, dove lavora da trent'anni. Se lo aspettava, veramente, ma non così presto. Di fatto lei potrebbe essere già in pensione, ma ha ancora troppa merce invenduta per decidere di lasciare l'attività. Ecco, per dire, se a me a sessantacinque anni suonati mi dicessero "hai cinque giorni per lasciare il locale" mi butterei giù e non combinerei niente. Lei invece dopo due giorni aveva già trovato un altro buco (una schifezza da verniciare e arredare) e ieri era lì su una scala di due metri a staccare i vecchi chiodi dal muro. Quando io e Pallina siamo andate a trovarla ci ha accolte con il solito sorriso e ha scherzato con la nipotina come nulla fosse, fra cartacce, polvere e bidoni di vernice. Oggi lo fa ridipingere e appena pronto ci porta la roba, merce e vetrine dal vecchio negozio. Ha anche una mezza idea di aprire un sito e-commerce. Questo vorrei ricordarmi. Quando ti arriva una cosa co

Rituali della nanna

Fare dormire Pallina non è mai stato facile. Nei primi mesi soffriva di rigurgito, perciò andava tenuta verticale e mi si addormentava addosso, io seduta sul divano fino a farmi il sedere quadrato. Poi sono arrivate le coliche, e allora l'unico che riusciva nel miracolo era Gemadhar, col suo bollente braccio su cui adagiava Pallina prona fino a farle uscire tutti i gas, poi via a cullarla fino a sfinirla, in barba a tutte le buone regole della nanna. A tre mesi le piaceva ascoltare una favola a bassa voce, si addormentava in braccio al suono delle parole e poi era un gioco da ragazzi metterla nella culla. Poi però la culla è diventata troppo piccola, riusciva a tirar fuori i piedi e la trovavo sempre scoperta, così abbiamo acquistato un lettino dove dormiva volentieri. Da un giorno all'altro ha cominciato a dormire tutta la notte. Bastava arrivare alle undici di sera, darle un po' di tetta sul divano e spostarla delicatamente nel suo lettino. Il miracolo è durato un mese

La nebbia agli irti collli...

Questa mattina la nebbia avvolgeva le colline del Montefeltro. Qualche ora dopo il sole pallido illuminava il giallo e verde degli ippocastani che risaltava contro il bianco del cielo. Un clima perfetto per questa giornata di festa che mi porta sempre alla mente piacevoli ricordi. Mentre Pallina giocava alla mamma trascinando per casa la sua bambola riempendola di baci e coccole, il cannone sparava il saluto ai nuovi Capitani e io rammentavo la mia lunga infanzia prima dell'università e di Bologna. In questi giorni l'orario scolastico era ormai quello definitivo, con lo studio si cominciava a fare sul serio e questa giornata di vacanza era davvero importante per noi ragazzi. Al mattino ci si recava a vedere il corteo e nelle vie di Città si incontravano amici e conoscenti, mentre adesso in tv vedo solo turisti divertiti per quello che considerano uno spettacolo pittoresco. Al pomeriggio la mamma convinceva sempre il papà che occorreva qualcosa per l'inverno e si andava tut