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Visualizzazione dei post da 2011

Un anno nuovo

La cena dell'ultimo dell'anno l'hanno scelta loro: secondo i pargoletti la cena perfetta è a base di piadina, e così sia. Il vischio è appeso alto col suo bel nastro rosso e i bastoncini scintillanti si accenderanno con un discreto anticipo sulla mezzanotte per far gioire anche Pallino della loro innocua magia. Finirò e inizierò l'anno in famiglia: io e i miei gioielli soltanto, che nell'ora in cui tutti si baceranno e salteranno nelle piazze e nelle case, dormiranno sereni nei loro lettini. Forse sentiranno il soffio leggero di un bacino sulla fronte, null'altro: il rumore dei botti non li sveglia mai. Finisce un anno cominciato terribilmente, fra sofferenza, paura e rimorsi. Un anno che è stata una epifania dopo l'altra. Finisce e comincia senza più paura di guardarsi indietro, anzi. Nessun rimpianto, niente più rimorsi. La sicurezza di potercela fare. Auguro a tutti di potersi sentire almeno una volta nella vita come mi sento io ora. E a tutti natur

La cortesia premia sempre

Ieri conversavo con una signora alla fila del supermercato. L'argomento era la gentilezza. La cassiera gentilmente chiedeva se le chiudevamo i numeri della lotteria settimanale e gentilmente la signora prima di me rispondeva no. Io gentilmente chiedevo alla signora dopo di me se volesse un numero anche lei, poiché ne restavano solo due e altrimenti li avrei presi entrambi per fare un favore a Clara (la cassiera: si tratta di un supermercato locale, piccolo ma molto frequentato dove clienti e personale si chiamano per nome). La signora altrettanto gentilmente rispondeva che no, tanto non vinceva mai. Colsi l'occasione per raccontare un aneddoto della Pasqua scorsa, allorché uno scorbutico signore rifiutò un numero infausto e lasciò a me l'onore di vincere un uovo di cioccolato dal peso di otto chili (ehm, il numero era infatti un otto). - Sono dell'idea che è sempre meglio essere cortesi, conclusi. - Sì, certo, ne convenne lei, la cortesia premia sempre. Finì che co

Lo Squalo Buono

Il più bel regalo di Natale è stato lo Squalo Buono.Lo Squalo Buono è buono perché ha i denti morbidi e non mangia i bambini. Pallino e Pallina gli fasciano la pinna malata con la carta da pacchi e lui in cambio li protegge dal lupo. Quando Pallina non dorme a casa, Pallino abbraccia lo  Squalo Buono e fa finta che la sorellina sia lì con lui.Lo  Squalo Buono si lascia cavalcare come un cavalluccio marino, ma è più grande e non si fa male. Il giorno di Santo Stefano lo  Squalo Buono ha dormito nel lettone fra Pallina e Pallino: "Mamma paua..." "E di cosa hai paura Pallino?" "Lupo." "Ma il lupo non viene qui, sta sulle montagne." "No, casa..." "Ma la casa è di mattoni, non può entrare, e poi qui c'è la mamma che è forte e lo manda via a calcioni!" "...e c'è qualo gande..." "..."

Luci di Natale

Ho dimenticato di accendere la fila di led fucsia sul terrazzo e l'albero è spento da stamattina, comunque qui è tutto uno sfavillare di luci e lucine. Brillano quelle verdi e rosse alternate del router, la lucina fissa del NAS e quella delle prese di rete mentre pendono fili colorati gialli e argento. In sala riluccica la luce blu del cubo sotto al led rosso della tv e ieri sera, finalmente, si sono accese le lucine traballanti del client wireless che tiene tutti insieme appassionatamente. Buon Natale!! E grazie mille al meraviglioso elfo di Babbo Natale che mi ha aiutata a realizzare questo fantastico regalo.

Le 100 cose che amo (1/100)

Nella migrazione alcuni post si sono persi. Questo era uno dei più belli, se non altro il primo del tag "Le 100 cose che amo", e conteneva anche i credits. Rimedio subito: 1. Amo essere abbracciata. Un abbraccio da film, con le braccia che si stringono dietro la schiena e i corpi che si schiacciano l'un l'altro. Un'idea ispirata da  Le 100 cose che amo  di  mammafelice

Sincronicità

E' più di una coincidenza. Nel 2003 decisi di aprire il blog Hel Maedb per restare in contatto in qualche modo con i miei ex colleghi di Crif e tutti gli amici di Bologna. Stavo per sposarmi e trasferirmi  dalla città emiliana  a San Marino. Lo creai su Splinder, mi piaceva come piattaforma ed era in piena crescita. Nel 2010 ho attraversato il periodo più difficile della mia vita e ho dovuto accettare che l'unica soluzione per tentare di essere di nuovo felice era  separarmi. Nello stesso anno Splinder chiude e mi costringe a riaprire il blog su un'altra piattaforma. Mentre confronto questo nuovo blog col precedente nel tentativo di riportare qui tutto quello che era di là, mi chiedo se sia il caso, o se invece non valga la pena dare un segno del (mio) cambiamento anche in questa casetta virtuale che abito di tanto in tanto.

Le 100 cose che amo (5/100)

5. Amo la neve alla vigilia di Natale Come ieri, con la neve che ha cominciato a fioccare alle cinque del pomeriggio e durante la notte è scesa ad imbiancare le strade. Cucinare dolcetti profumati con la lampada della novena sul balcone, guardando di tanto in tanto l'alone di calore che scioglie la neve intorno, e le luci che disegnano strisce colorate. Appoggiare il naso ai vetri delle finestre appannati del calore della veglia e fissare i fiocchi che scendono dietro le stelle di cartone. Correre nella neve imbacuccati in sciarpe e berretti per consegnare gli ultimi regali, poi raccogliersi al caldo ed aspettare che nasca Gesù Bambino, mentre sotto l'albero i piccoli hanno già sistemato latte e biscotti per il grande omone del turno di notte.

Natale in casa Hel Maedb

La grande novità di quest'anno è stata la casetta di panzenzero . Bellissima, ma grande faticata con due pargoli piccini che si autoglassano durante la lavorazione. Babbo Natale ha gradito e si è pappato il caminetto. Nota: ho visto che tante mamme hanno avuto problemi ad assemblarla. Io, accettando il suggerimento della gentil cassiera dell'Ikea di Rimini, ho utilizzato il cioccolato, anzi la glassa di cioccolato pronta Paneangeli, e non ho avuto problemi (se non che dopo ho dovuto cambiare i bimbi dalla testa a i piedi, perché il cioccolato fuso è davvero irresistibile!) Oggi ho trovato anche questo video su YouTube . Fa sembrare tutto facilissimo (non è così). La mia col cioccolato, comunque, è solidissima e ho potuto anche spostarla di piatto in piatto.

Boller (brioches norvegesi)

Devo rottamare il mio blog su Splinder (sigh!) ed eccomi qua. Apriamo in dolcezza. Stasera al Naturanda ho incontrato una ragazza che mi ha chiesto la ricetta dei boller (stavo in effetti acquistando del cardamomo). Eccola. Ingredienti: 300 ml di latte 125 gr di burro sciolto 2 uova intere 125 gr di zucchero 1 cucchiaio raso di cardamomo macinato 600 gr di farina 40 gr di lievito di birra o 1 bustina di lievito di birra secco Per la farcitura: Cannella, zenzero, zucchero semolato q.b. Alcune note sugli ingredienti: Se si utilizza la macchina del pane (come ho fatto io per la prima volta stasera con meravigliosi risultati) aggiungere gli ingredienti nell'ordine indicato e preferire il lievito secco. E' piuttosto difficile trovare il cardamomo macinato, ma potete acquistare le bacche in erboristeria o nelle botteghe dell'equo-solidale, tritarle fino ad esporre i semi ed utilizzare un macinapepe per renderlo in polvere. In questo caso il cardamomo sarà mol

Le 100 cose che amo (4/100)

4. Amo andare al mare Amo andare al mare coi bimbi. Sedermi sulla battigia con le onde sulle gambe e guardarli gocare. Poi unirmi ai loro giochi col sole che scalda la schiena. Amo andare al mare senza bimbi. Stendermi sul lettino con un libro fantasy e leggere senza troppa attenzone. Poi ascoltare ad occhi chusi i rumori della spiaggia, con il sole che scalda la pancia.

Ciao nonna

Ciao nonna, non sei mai stata molto gentile, affettuosa, presente. Avevi un caratteraccio, nonna. Se potevi tagliare a fette qualcuno con quella lingua tagliente, umiliare, mortificare il prossimo, lo facevi con un piacere malcelato che sorprendeva chi non ti conosceva bene. E d'altra parte chi eri tu? La moglie di... la madre di... la nonna di... Chi eri? Io non lo so. Non so cosa hai fatto nella vita, hai sempre raccontato poco, e solo le parti che potevano darti lustro. Nonna scostante, madre anaffettiva, moglie gelida.  Non ci siamo mai sopportate troppo, entrambe con questa sincerità aggressiva che a sentirci parlare sembrava cozzar di spade. Ancora non so se quando ti occupavi di me, infante e poi bimba e infine ragazzina, hai mai provato sincero affetto nei miei confronti. Credo di sì. E credo che tu non sia mai stata capace o abbia avuto il coraggio di dimostrarlo.  Hai lottato e lottato per non andartene, ma quell'ultimo respiro deve essere stato davvero un solliev
Il pretino Padre Ralph al Volo del Mattino a proposito di un eventuale quarto figlio: "Perché mettere un freno alla provvidenza? Se vengono li prendiamo..." La cosa più bella della mia infanzia era essere certa dell'amore dei miei genitori: ognuna di noi figlie era stata cercata e VOLUTA. Non eravamo un disegno di Dio, ma un progetto dei nostri genitori. La concretizzazione di un desiderio delle persone che amiamo di più, che abbiamo vicino ogni giorno, vediamo e tocchiamo. Coloro che ci sostengono senza pregarli di farlo. Nessuno mi ha mai fatto credere di avermi "preso" perché ero stata portata dalla cicogna o voluta dagli dei. E questo è anche quello che racconto ai miei figli.

una felicità possibile

La decisione stessa di rompere l'unione coniugale è spesso una via, sofferta e certo traumatica, per restituire a se stessi, ma paradossalmente anche a chi si abbandona, e ai figli, una speranza di mettere in sintonia, di armonizzare i propri sentimenti con le scelte esistenziali, con il vivere quotidiano. In altre parole, è una decisione sostenuta non tanto dalla distruttività, quanto dalla fiducia, recondita, di poter amare ed essere amati meglio di così. Si rompe con una condizione infelice solo se, più o meno consapevolmente, si ha fiducia nella possibilità di essere felici. letto su Una famiglia come un'altra di Irene Bernardini

Sta programmando

Son giorni. Ieri guardavo per la prima volta The Social Network . Bel film, bei dialoghi. Lo scambio di battute che mi ha più colpito è stato sicuramente quello fra Zuck-comediavolosiscrive e il tipo di Napster per giustificare un suo collaboratore che immerso nello sviluppo è completamente estraniato da quello che gli succede intorno: - Sta programmando... - E' così che deve essere! A me non succede mai. Già succede poco che programmi, oberata dalle burocose da responsabile di progetto (sappare due o tre ore di mail e verbali al giorno, due o tre ore di pianificazione attività, una o due ore di supporto tecnico e la giornata è bell'e finita) ma quando eccezionalmente accade che possa programmare, ecco che le masse infernali di Golconda chiedono udienza e varcano inesorabilmente le nostre porte a vetri. Se mettete su un'attività in cui volete che i vostri collaboratori lavorino con produttività, evitate le pote a vetri. Mille volte meglio il temuto open space , meglio i
Il mio borsone aziendale grigio con il logo arancione brillante è quello dei piccoli viaggi. Da quando è nata Pallina è l'unica valigia che mi son trovata a riempire e svuotare, di solito a cadenza mensile, per il week-end dalla nonna bionda. la nonna bionda non mi ha mai apprezzata, e nemmeno accettata, credo. Di me gradiva solo i miseri tentativi di imitazione, la gratificazione che riceveva nel sapere che provavo le sue ricette, che imitavo i suoi pallidi tentativi di massaia perfetta, che mi adeguavo alla triste mentalità di moglie tranquilla e casalinga disperata. Una moglie che accetta la calma serena del marito che non chiede e che non dà, che non critica un piatto insipido e non elogia l'insuperabile gourmet, l'eminenza grigia che poiché non parla sarebbe il compagno ideale, sopratutto in virtù della sua predilezione per il lavaggio delle stoviglie del pasto serale, accompagnato dal carosello politico dei talk show dove niente sembra buono e bello e la vit

se non ora quando?

  APPELLO ALLA MOBILITAZIONE DELLE DONNE ITALIANE DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011

Uomini e donne oggi. Costruire nuove relazioni di genere e generazione - Parte 2

Questo post è la seconda parte degli appunti presi durante l'intervento di Rossella Ghigi alla conferenza del 18 novembre 2010 La crisi del maschio Già a metà dell’ottocento si parlava di crisi del maschio. Wej-ji è l’ideogramma cinese del termine crisi . I cinesi compongono questo ideogramma attraverso la combinazione di due parole: pericolo e opportunità . In nessuna altra lingua è così ben condensato il significato del termine. Pericolo e minaccia: qualcosa di stabile si spezza Opportunità: apertura verso il nuovo Questo passaggio viene vissuto con angoscia perché vengono messi in discussione alcuni assiomi consolidatisi nel tempo: p otere e superiorità sul femminile. Se il principio che l'uomo è superiore sulle donne (e sugli uomini devianti) è minacciato, il fondamento dell'identità maschile vacilla. Individualmente gli uomini non sono in grado di elaborare il cambiamento di ruolo. Devono cercare un ruolo autonomamente, senza fare riferimento ad un

Uomini e donne oggi. Costruire nuove relazioni di genere e generazione - Parte 1

Appunti dall’intervento di Rossella Ghigi Le relazioni tra generi sono determinate dalla socializzazione di genere che si attiva verso i tre anni e dai comportamenti inconsapevoli che i referenti adulti tengono nei confronti dei bambini maschi e femmine [1] . A cinque anni i bambini mostrano già ASPETTATIVE DI RUOLO. A nove anni le bambine si adattano alle aspettative di PIACERE e ACCUDIRE. A tredici anni le ragazzine mostrano insoddisfazione riguardo al proprio corpo. I cambiamenti in corso nella società possono essere interpretati come delle opportunità se ci si focalizza sulla globalizzazione, che introduce nuovi modelli culturali, e la frammentata offerta culturale dei media che induce una promozione differenziata sui diversi modelli e scenari. L’opportunità può essere colta nell' offerta di nuovi ruoli lavorativi per le donne e nella possibilità di entrare in contatto con la sfera dell’accudimento e degli affetti per l’uomo . L’anomalia del caso Italia