Appunti dall’intervento di Rossella Ghigi
Le relazioni tra generi sono determinate dalla socializzazione di genere che si attiva verso i tre anni e dai comportamenti inconsapevoli che i referenti adulti tengono nei confronti dei bambini maschi e femmine[1].
A cinque anni i bambini mostrano già ASPETTATIVE DI RUOLO.
A nove anni le bambine si adattano alle aspettative di PIACERE e ACCUDIRE.
A tredici anni le ragazzine mostrano insoddisfazione riguardo al proprio corpo.
I cambiamenti in corso nella società possono essere interpretati come delle opportunità se ci si focalizza sulla globalizzazione, che introduce nuovi modelli culturali, e la frammentata offerta culturale dei media che induce una promozione differenziata sui diversi modelli e scenari.
L’opportunità può essere colta nell'offerta di nuovi ruoli lavorativi per le donne e nella possibilità di entrare in contatto con la sfera dell’accudimento e degli affetti per l’uomo.
L’anomalia del caso Italia
Nel cambiamento verso un nuovo modello di società, l’Italia sembra essersi fermata in una perenne fase transitoria.Ci sono molte forze in opposizione al cambiamento e le cause sono molteplici:
- Fecondità, una delle più basse del mondo. Le regioni del nord sono in linea con l’Europa, in effetti si può riscontrare che nel resto d’Europa le donne tanto più partecipano al mondo del lavoro, tanti più figli hanno
- Disoccupazione giovanile
- Permanenza dei figli in casa anche in età adulta
- Rinvio delle nascite
Le cause del rinvio possono essere ridotte a tre:
- economica
Fare figli presto non conviene economicamente: disoccupazione giovanile e bassi incentivi non rendono conveniente l’uscita dal nucleo familiare d’origine. L’istruzione prolungata non permette di avere l’indipendenza economica in giovane età e il mercato immobiliare non incentiva la creazione di nuovi nuclei familiari; - sociale
Non si hanno incentivi sociali: se gli amici non hanno figli, si tenderà a non averne, ci si adatta alla cerchia di conoscenze e si viene stimolati da essa; - politica
Le politiche familiari non vanno incontro alle donne che vogliono figli. Si rileva che nei paesi dove si spende di più per il welfare si fanno più figli. In Italia invece permane un welfare familistico che non difende la famiglia, ma la appalta: il sostegno alle famiglie è garantito dagli stessi membri del nucleo familiare (nonni innanzitutto, e poi sorelle, zie …)
La superdonna è il risultato naturale a fronte della tensione verso un modello di società moderna e l’opposizione di un modello tradizionale a cui non si vuole rinunciare.
La superdonna fa del proprio meglio per riuscire al massimo nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo apparire premurosa e femminile.
Non esiste una soluzione a questo problema se non delegare la cura all’esterno e pagare altre donne per fare il lavoro di accudimento [2].
La superdonna tuttavia è destinata al fallimento in quanto mentre le femmine si sottostimano, i maschi tendono a sovrastimarsi, pertanto non importa cosa una donna (o superdonna) fa: non farà mai abbastanza rispetto agli uomini con cui si confronta e comunque tenderà ad escludersi dai compiti importanti per non entrare in competizione con loro.
Si tratta di un fenomeno che si instaura nelle bambine già in età infantile e che prende il nome di incapacità appresa.
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