Scandinavia #6 Può essere un palazzo reale più insulso e una città più anonima? Credo di no. Non sono rimasta particolarmente colpita da Oslo, musei a parte. Forse siamo stati particolarmente sfortunati, ma ancora mi chiedo se Oslo vale il viaggio per raggiungerla. Una volta lì, da non perdere il Norsk Folkemuseum e quello delle navi vichinghe, insomma l'isolotto museo di Bygdøy che sta nel mezzo della baia. Nel nostro caso pioveva a dirotto e non ci siamo goduti neppure quello, pur avendone apprezzato il parco con le case di legno prima dell'ultimo impressionante acquazzone che mi ha gelato le ossa.
Pochi ricordi: la ressa nella sala del museo nazionale dove è conservato "L'urlo" di Munch e i commenti dei visitatori del museo che, stanchi di vedere quadri appesi, continuano a borbottare "Ma insomma, dove sarebbe Munch?" e infatti la maggior parte dei visitatori ci va solo per quello.
La simpatica guida in costume seicentesco che ci ha accompagnato sotto la pioggia in una visita guidata alla fortezza Akershus.
Alla ricerca del modo più veloce per tornare all'aereoporto e andarcene dalla scialba capitale, la signorina del Turist Office ci suggerisce un qualche autobus che troveremo facilmente dal nostro albergo, proprio a fianco della fermata della metropolitana. Sotto la pioggia cerchiamo la fermata così da non doverlo fare all'indomani mattina presto. La ricerca risulta infruttuosa e molto frustrante. Possibile che non ci sia un altro mezzo? Eppure ero sicura che con il treno si raggiungesse facilmente e che dal National Theatre partisse ogni venti minuti, perché la signorina non ce lo ha detto? Intanto, fradicia di pioggia, gioco la carta della turista sperduta e mi avvicino alla biglietteria della metro. Diavolo! Il tizio va a lavorare lì tutti i giorni: se c'è una fermata per l'aeroporto la conoscerà! Il gentilissimo bigliettaio è sorprendentemente abile con carta e penna e mi fa uno schemino: esiste davvero la fermata del treno al National Theatre ed è molto più veloce dell'autobus! E poi, commenta, sa anche lui che c'è una fermata per l'autobus da quelle parti, ma non l'ha mai vista...
Torniamo all'albergo bagnati, ma contenti e per scrupolo interrogo la giovane portiera incinta. Anche lei conferma il treno, aggiunge che la SAS ha un ottimo servizio di bus espressi vicino alla fermata del treno, impossibile non trovarla, basta arrivare al grattacielo-albergo della compagnia aerea. Col treno arriviamo prima e spendiamo meno, dice. La sfido con un'ultima domanda: ma non costa meno l'autobus dell'aereoporto? Sì, mi dice riferendosi all'autobus suggerito dal Tourist Office, ma impiega il doppio del tempo e la fermata che dovrebbe essere lì vicino, lei non l'ha mai vista...
Il mattino dopo prendiamo l'ottimo treno per l'aereoporto e, felici, ci lasciamo alle spalle la città di Oslo.
Pochi ricordi: la ressa nella sala del museo nazionale dove è conservato "L'urlo" di Munch e i commenti dei visitatori del museo che, stanchi di vedere quadri appesi, continuano a borbottare "Ma insomma, dove sarebbe Munch?" e infatti la maggior parte dei visitatori ci va solo per quello.
La simpatica guida in costume seicentesco che ci ha accompagnato sotto la pioggia in una visita guidata alla fortezza Akershus.
Alla ricerca del modo più veloce per tornare all'aereoporto e andarcene dalla scialba capitale, la signorina del Turist Office ci suggerisce un qualche autobus che troveremo facilmente dal nostro albergo, proprio a fianco della fermata della metropolitana. Sotto la pioggia cerchiamo la fermata così da non doverlo fare all'indomani mattina presto. La ricerca risulta infruttuosa e molto frustrante. Possibile che non ci sia un altro mezzo? Eppure ero sicura che con il treno si raggiungesse facilmente e che dal National Theatre partisse ogni venti minuti, perché la signorina non ce lo ha detto? Intanto, fradicia di pioggia, gioco la carta della turista sperduta e mi avvicino alla biglietteria della metro. Diavolo! Il tizio va a lavorare lì tutti i giorni: se c'è una fermata per l'aeroporto la conoscerà! Il gentilissimo bigliettaio è sorprendentemente abile con carta e penna e mi fa uno schemino: esiste davvero la fermata del treno al National Theatre ed è molto più veloce dell'autobus! E poi, commenta, sa anche lui che c'è una fermata per l'autobus da quelle parti, ma non l'ha mai vista...
Torniamo all'albergo bagnati, ma contenti e per scrupolo interrogo la giovane portiera incinta. Anche lei conferma il treno, aggiunge che la SAS ha un ottimo servizio di bus espressi vicino alla fermata del treno, impossibile non trovarla, basta arrivare al grattacielo-albergo della compagnia aerea. Col treno arriviamo prima e spendiamo meno, dice. La sfido con un'ultima domanda: ma non costa meno l'autobus dell'aereoporto? Sì, mi dice riferendosi all'autobus suggerito dal Tourist Office, ma impiega il doppio del tempo e la fermata che dovrebbe essere lì vicino, lei non l'ha mai vista...
Il mattino dopo prendiamo l'ottimo treno per l'aereoporto e, felici, ci lasciamo alle spalle la città di Oslo.
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