Una serie disfortunati eventi collegati al trasloco nella nuova casa mi ha tenuta lontana da qui.
Per cominciare, a metà febbraio non riescono a consegnare la cucina per la nevicata che ha bloccato l'intera Romagna: avevamo già staccato il frigo e imballato le attrezzature della cucina, così ci siamo adattati a mangiare dai miei, con gli scatoloni in corridoio.
Quando arriva la camera da letto, Gemadhar ha 39 di febbre, i falegnami sono in anticipo e nevica. Dopo averli fatti entrare, scivolo per le scale su una scorza di arancia, mi sono rimasti i segni della caduta per tre settimane.
Quando tornano a montare la cucina, i cui pezzi invadevano impietosamente la sala, scopriamo che il top è del colore sbagliato e fermiamo tutto. La settimana dopo ci chiamano che è tutto a posto e arriverà anche il piastrellista, ma l'elettricista non può venire e sabato sera cerchiamo di passare da soli un cavo d'antenna e lo spezziamo nella canalina. Domenica mattina l'unico muratore che può aiutarci a liberare il cavo ha l'influenza. Penso a chi ormai potrà aiutarci e rintraccio il padrino di mia sorella, elettricista di professione, anche se ci vediamo pochissimo è ben disponibile ad aiutarci malgrado il giorno di festa. Un altro cugino mi presta gli attrezzi per fare un buco nel muro e riusciamo ad estrarre il filo rotto. E poi si dce i parenti: in una domenica pomeriggio la famiglia ci ha aiutato a risolvere un problema che non mi aveva fatto chiudere occhio. Peccato che lunedì tornano i montatori con il top del colore giusto, ma di tre cm. più corto del necessario.
Per sei settimane siamo rimasti erranti fra tre case, senza telefono (e quindi senza connessione) nutrendoci di cibo ipernutriente e occupando i fin settimana con bidoni di pittura, spatole e cacciaviti.
Tutto è bene ciò che finisce bene: con un mese e mezzo di ritardo sulla data prevista abbiamo la cucina, già testata con la mia meravigliosa crostata di ricotta e amaretti. Il salotto è solo TV e divano, ma accogliente e posso bloggare guardandomi Enterprise. La camera da letto è splendida ed è il primo letto non rimediato in cui dormiamo (il nostro talamo nuziale era fatto di due letti singoli uniti con un nastro di raso, e indovinate chi finiva sempre per stare sulla riga fra i materassi...!)
Purtroppo il mio PC non ha ancora raggiunto la destinazione e ci stiamo dividendo uno scomodo portatile, per questo oggi ho risposto alle mail in attesa (da leggere ne avevo 36 + 58 + 1 sparse tra le mie caselle), le nottate nella blogosfera devono attendere ancora un pochino.
Per cominciare, a metà febbraio non riescono a consegnare la cucina per la nevicata che ha bloccato l'intera Romagna: avevamo già staccato il frigo e imballato le attrezzature della cucina, così ci siamo adattati a mangiare dai miei, con gli scatoloni in corridoio.
Quando arriva la camera da letto, Gemadhar ha 39 di febbre, i falegnami sono in anticipo e nevica. Dopo averli fatti entrare, scivolo per le scale su una scorza di arancia, mi sono rimasti i segni della caduta per tre settimane.
Quando tornano a montare la cucina, i cui pezzi invadevano impietosamente la sala, scopriamo che il top è del colore sbagliato e fermiamo tutto. La settimana dopo ci chiamano che è tutto a posto e arriverà anche il piastrellista, ma l'elettricista non può venire e sabato sera cerchiamo di passare da soli un cavo d'antenna e lo spezziamo nella canalina. Domenica mattina l'unico muratore che può aiutarci a liberare il cavo ha l'influenza. Penso a chi ormai potrà aiutarci e rintraccio il padrino di mia sorella, elettricista di professione, anche se ci vediamo pochissimo è ben disponibile ad aiutarci malgrado il giorno di festa. Un altro cugino mi presta gli attrezzi per fare un buco nel muro e riusciamo ad estrarre il filo rotto. E poi si dce i parenti: in una domenica pomeriggio la famiglia ci ha aiutato a risolvere un problema che non mi aveva fatto chiudere occhio. Peccato che lunedì tornano i montatori con il top del colore giusto, ma di tre cm. più corto del necessario.
Per sei settimane siamo rimasti erranti fra tre case, senza telefono (e quindi senza connessione) nutrendoci di cibo ipernutriente e occupando i fin settimana con bidoni di pittura, spatole e cacciaviti.
Tutto è bene ciò che finisce bene: con un mese e mezzo di ritardo sulla data prevista abbiamo la cucina, già testata con la mia meravigliosa crostata di ricotta e amaretti. Il salotto è solo TV e divano, ma accogliente e posso bloggare guardandomi Enterprise. La camera da letto è splendida ed è il primo letto non rimediato in cui dormiamo (il nostro talamo nuziale era fatto di due letti singoli uniti con un nastro di raso, e indovinate chi finiva sempre per stare sulla riga fra i materassi...!)
Purtroppo il mio PC non ha ancora raggiunto la destinazione e ci stiamo dividendo uno scomodo portatile, per questo oggi ho risposto alle mail in attesa (da leggere ne avevo 36 + 58 + 1 sparse tra le mie caselle), le nottate nella blogosfera devono attendere ancora un pochino.
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