Siamo tornate! Dopo un soggiorno di ben tre settimane al mare, rieccomi sulle pagine del mio diario. Devo scusarmi con i visitatori: avrei dovuto avvisare prima, ma la partenza è stata abbastanza frettolosa e decisamente impegnativa.
Quando si parte con un bambino piccolo, due giorni, due settimane o due mesi non importa: bisogna partire con tutta la casa. E poi adesso non è come un tempo, col pargolo saldamente ancorato alle ginocchia di mammà e la cinquecento stracolma di bagagli fino al tettuccio e poi quello che non c'è lo daranno i gestori della pensioncina, che son tanto cari e sono anni che si va lì. Oggi il pargolo sta sul suo seggiolino di sicurezza che occupa lo spazio di un passeggero ciccione e poiché gli alberghi hanno costi esorbitanti, si affitta l'appartamento e ci si porta dietro lettino, seggiolone, vaschetta, passeggino, biancheria per la casa, biancheria per il mare ecc. e mamma e papà si accontentano di un borsone (piccolo) in due. Solo i prodotti per l'igiene dl piccolo occupano una borsa a sé. E poi la pappa. Chi si porta il babypappa, chi diecimila preparati, chi il frigo con le pappe surgelate perché lui è abituato a quelle "e poi se no non mangia" (ma tanto non mangia lo stesso per il caldo, per buona pace della mamma).
Comunque a parte il fare e disfare i bagagli, le vacanze con un bimbo sono bellissime. Il consueto villaggio marittimo è tutto diverso visto attraverso i suoi occhi e la spiaggia ha una nuova prospettiva dalla sabbia dei giochi e dal bagnasciuga dei castelli. Da vent'anni non inseguivo un pallone che rotola sulla sabbia, e da più tempo ancora non scavavo una buca dove seppellire il mio piede, costruire una diga, fare le "torri" con la sabbia a velocità della luce per farle buttare giù dalla mia piccola. Giocare di nuovo con la sabbia insieme a mia figlia di dieci mesi è una delle cose per cui vale la pena vivere.
Racconterò a breve alcuni divertenti episodi ascoltati in spiaggia o attraverso i muri di cartapesta del condominio vacanze, restate sintonizzati.
Quando si parte con un bambino piccolo, due giorni, due settimane o due mesi non importa: bisogna partire con tutta la casa. E poi adesso non è come un tempo, col pargolo saldamente ancorato alle ginocchia di mammà e la cinquecento stracolma di bagagli fino al tettuccio e poi quello che non c'è lo daranno i gestori della pensioncina, che son tanto cari e sono anni che si va lì. Oggi il pargolo sta sul suo seggiolino di sicurezza che occupa lo spazio di un passeggero ciccione e poiché gli alberghi hanno costi esorbitanti, si affitta l'appartamento e ci si porta dietro lettino, seggiolone, vaschetta, passeggino, biancheria per la casa, biancheria per il mare ecc. e mamma e papà si accontentano di un borsone (piccolo) in due. Solo i prodotti per l'igiene dl piccolo occupano una borsa a sé. E poi la pappa. Chi si porta il babypappa, chi diecimila preparati, chi il frigo con le pappe surgelate perché lui è abituato a quelle "e poi se no non mangia" (ma tanto non mangia lo stesso per il caldo, per buona pace della mamma).
Comunque a parte il fare e disfare i bagagli, le vacanze con un bimbo sono bellissime. Il consueto villaggio marittimo è tutto diverso visto attraverso i suoi occhi e la spiaggia ha una nuova prospettiva dalla sabbia dei giochi e dal bagnasciuga dei castelli. Da vent'anni non inseguivo un pallone che rotola sulla sabbia, e da più tempo ancora non scavavo una buca dove seppellire il mio piede, costruire una diga, fare le "torri" con la sabbia a velocità della luce per farle buttare giù dalla mia piccola. Giocare di nuovo con la sabbia insieme a mia figlia di dieci mesi è una delle cose per cui vale la pena vivere.
Racconterò a breve alcuni divertenti episodi ascoltati in spiaggia o attraverso i muri di cartapesta del condominio vacanze, restate sintonizzati.
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