Questa mattina ho incontrato una vecchia fiamma. Io ero lì al bar, con mia mamma e mia figlia a sorseggiare un cappuccino e lui si sbracciava in complimenti alla mia bella bambina. Il classico belloccio della classe, capite? Anzi, della scuola. Era lì imbolsito, ma ancora col suo look alla John Travolta di Grease a raccontare dei suoi e della nuova casa, poi d'un tratto mi chiede di una mia dimenticabile cugina e così mi son ricordata che mentre io gli sbavavo, lui se la faceva con la porcacciona di famiglia.
Poi cambia registro. Io ero lì, a manifestare la mia vita con la semplice presenza della mia bambina e lui si è sentito in dovere di raccontarmi la sua storia, un matrimonio fallito, una nuova compagna di cui non si fida, la sua sfiducia totale nell'amore. Così, dopo più di vent'anni che non ci si vedeva, quell'uomo abbronzato finto-giovane con la maglietta nera da Taricone, confessa a una quasi estranea la sua sconfitta. Forse si è ricodato delle lacrime che versavo ogni volta che mi sfotteva, forse vedendo mia madre rammentava come corressi a casa arrossendo, umiliata davanti ai compagni. Forse colui che mi aveva causato ferite tanto profonde adesso si sentiva affine, avendo scavato col dolore dentro il mio cuore, così simile da dichiararsi un perdente senza timore di esser deriso.
Abbiamo ascoltato pazienti e comprensive, mia madre ed io, e non ne abbiamo parlato una volta uscite dal locale. Non erano argomento da pettegolezzi.
La mia vita non è quella che avevo immaginato quando filavo dietro a quel belloccio, ma non è male. E non sono disillusa o infelice. Ogni mattina mi sveglio e sorrido alla me stessa riflessa negli occhi di mia figlia, la vittoria sul mio passato, e affronto la giornata senza rimpianti.
Poi cambia registro. Io ero lì, a manifestare la mia vita con la semplice presenza della mia bambina e lui si è sentito in dovere di raccontarmi la sua storia, un matrimonio fallito, una nuova compagna di cui non si fida, la sua sfiducia totale nell'amore. Così, dopo più di vent'anni che non ci si vedeva, quell'uomo abbronzato finto-giovane con la maglietta nera da Taricone, confessa a una quasi estranea la sua sconfitta. Forse si è ricodato delle lacrime che versavo ogni volta che mi sfotteva, forse vedendo mia madre rammentava come corressi a casa arrossendo, umiliata davanti ai compagni. Forse colui che mi aveva causato ferite tanto profonde adesso si sentiva affine, avendo scavato col dolore dentro il mio cuore, così simile da dichiararsi un perdente senza timore di esser deriso.
Abbiamo ascoltato pazienti e comprensive, mia madre ed io, e non ne abbiamo parlato una volta uscite dal locale. Non erano argomento da pettegolezzi.
La mia vita non è quella che avevo immaginato quando filavo dietro a quel belloccio, ma non è male. E non sono disillusa o infelice. Ogni mattina mi sveglio e sorrido alla me stessa riflessa negli occhi di mia figlia, la vittoria sul mio passato, e affronto la giornata senza rimpianti.
Forse è un po' tardi per commentare, ma la tua storia mi ha ricordato la mia: a 14-15 anni sbavavo per il bello della scuola, con la differenza che lui manco sapeva della mia esistenza. Adesso lui è imbolsito da morire, non lo guarderei due volte se non sapessi che è lui.
RispondiEliminaE io sto con uno che, almeno adesso, è 100 volte più gnocco di lui, è una persona divertente e piacevole, e ho una famiglia che mi piace da impazzire.
No, la mia vita non è quella che sognavo quando stavo dietro a lui: è molto meglio! :-)
La mia situazione è un pochino diversa, perché a parte la sfortunaccia in amore, questo ex è ancora parecchio piacente (anche Travolta è imbolsito, ma non si butta via no?). Tu sei stata fortunata, come me del resto, perché non è solo da fuori che si devono guardare le persone e forse la sua sfortuna amorosa è sintomo di una certa incapacità affettiva.
RispondiEliminaLa vita che ho non è meglio di quella che sognavo, ma solo perché quella era, appunto, un sogno.