Harry Potter e il Calice di Fuoco Ieri sera siamo andati a vedere il quarto film del maghetto più popolare del mondo. Una bella serata, anticipata da una sortita al Bento Shop del nuovo centro commerciale. Dopo la spanzata del cino-giappo-asian-fusion ci siamo catapultati nel meraviglioso mondo di Hogwarts, dove questa volta la magia non è stata sufficiente a salvare (tutti) i buoni dai cattivi.
Anche quest anno HP non mi ha deluso, sempre considerando che sono una lettrice dei libri e che riconosco i limiti della trasposizione cinematografica. Ho apprezzato molto le scene d'azione, dove gli effetti speciali mirabolanti sono funzionali alla narrazione. Qualcuno obbietta che il Quiddich occupa sempre troppo spazio, altri che la partita non è stata fatta vedere per nulla e ha deluso le aspettative. Secondo me insistere su una partita che non coinvolge nessuno dei protagonisti non mi sembrava giusto e credo che finalmente in questo film allo sport sia stato dato il tempo che merita: Harry è cresciuto (ma forse più ancora Ron ed Hermione) e affronta sfide come l'amore e la morte, non ha bisogno di giocare per mettersi alla prova.
Voldemort non poteva essere meglio rappresentato: Fiennes è l'incarnazione della malvagità, lo spettro del Male assoluto. Combatte contro un ragazzo per annientarlo, lo fa in un duello solo perché vuole "vedere la luce abbandonare i suoi occhi." Fa venire i brividi, se non fosse per questo l'avrebbe sicuramente distrutto con un colpo alle spalle.
Abbiamo un film con bravi interpreti, una bella storia, grandi effetti speciali e un cattivo da brivido. Si potrebbe obiettare che mancano alcune parti narrative del libro e chi non ha letto l'intera saga non può cogliere certe spiegazioni e alcuni risvolti - sfugge ai più lo struggente passato di Neville. Sicuramente è così, ma cosa ci si deve aspettare da un film che principalmente vuole affascinare ragazzini e vendere gadget? Direi che blockbuster di questo livello sono grasso che cola nel panorama del film di Natale. I protagonisti non sembrano troppo cresciuti e sono perfetti per l'età che devono dimostrare, tecnicamente migliorati rispetto ai film precedenti. Forse si sono visti un po' troppi bicipiti nel bagno dei prefetti - una scena che poteva essere ridimensionata. Peccato aver sacrificato le storie personali di cui il quarto libro abbonda in funzione della spettacolarità delle scene d'azione, ma anche riducendole non si sarebbe stati più fedeli al racconto e il risultato è comunque un film molto equilibrato.
Qualche pianto sentito fra le poltrone deve far ricredere il visto censura italiano. Non voglio offendere nessuno, ma affidare la scelta della visione a genitori che non leggono il libro e ignorano che l'opera si sviluppa nei successivi anni scolastici di un undicenne inglese non mi sembra molto sensato. Chi conosce l'opera sa che l'età del lettore/spettatore dovrebbe almeno avvicinarsi a quella dei tre maghetti. Harry Potter è un vero mago, ma non è Topolino che non cresce mai e cinque anni mi sembrano davvero pochini per vedere la morte di un ragazzino in cui ci si può essere immedesimati qualche fotogramma prima.
La vera paura arriva dopo le grandi lotte con draghi e mostri: è il labirinto della solitudine che scatena il pianto e l'angoscia. Quando i tre giovani rischiano di perdersi e di perdere se stessi è il momento che gli adulti stringano la mano dei più piccoli. Questa volta i genitori devono sapere che il film non è a lieto fine, che Harry vince, come sempre, ma il Male, quello vero, colpisce, uccide e trasforma la bellezza giovanile in un freddo cadavere.
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