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Oggi sono incazzata e parlo male. Indulgo in quella volgarità che tanto disprezzo, ma abbiate pazienza, ce l'ho col mondo. Mi correggo, ce l'ho con il prossimo. Il mio prossimo, i colleghi, i parenti, gli amici, i conoscenti, ce l'ho con tutti tranne che con Gemadhar. Insomma, fra pochi giorni è il mio compleanno, un'altra sfigata che festeggia a ridosso del Natale e si becca la metà dei regali, sempre che qualcuno si ricordi dell'evento in tutto questo sbarluccichio di luci. Farei la festicciola in ufficio, come tutti gli anni, se non notassi una specie di mobbing sociale nei miei confronti. Magari sono paranoica, ma sono stata esclusa dagli avvenimenti delle ultime settimane. Quando cerco qualcuno per pranzare in compagnia sembra di uscire per una passeggiata spaziale. Al rinfresco della settimana scorsa non mi hanno chiamato, mentre la festeggiata è stata sempre invitata al mio e a quello di Gemadhar. Ho proposto di incontrarci col marito per una cena, l'ho invitata in due occasioni a salire in casa nostra, non è una sconosciuta insomma. Alla festa precedente siamo stati chiamati dopo, per finire l'utimo vassoio di dolcetti. Non è bello fare i nottoli(1), ma in questo caso eravamo addirittura i raschiamatra(2). E io cretina: "ma non chiami nessuno?" alla timida festeggiata "No, sono venuti prima... abbiamo festeggiato insieme." Nell'insieme non eravamo compresi noi. Gemedhar dice che non è un problema, dice che noi festeggiamo per stare in compagnia e forse non è lo scopo degli altri. Io non amo portare pacchetti e pacchettini ad ogni occasione, in effetti... forse dovrei fare più di quegli stupidi regali tipo bagnoschiuma in bustine a forma di stella dal sospetto colore rosso fuoco e con profumazioni insetticide Made in China. O forse dovrei fare più complimenti, più "ciaaaaaao, come vaaaaa? che bel cappello stamattinaaaaa... dove lo hai preso? e che bei pantaloniiiii sono nuoviiiii?" mentre lo stomaco si contorce di fronte al deretano 16/9 avvolto nella gamba alla zuava.
Comunque vaffa. Mi adeguo allo stile aziendale: venerdì è il mio compleanno, farò una festicciola intima con paio di torte buonissime e, come dice il capo, "voi non siete invitati"(3).
E adesso mi scuso con tutti voi per il pessimo linguaggio e le cattive maniere.


(1) Uccelli notturni. Detto di chi arriva quando gli altri se ne sono ormai andati via.
(2) In dialetto romagnolo, colui che pulisce il tagliere dei rimasugli della pasta.
(3) Estratto del discorso annuale fatto dal padrone dell'azienda a tutti i dipendenti in merito all'inaugurazione di alcune zone di nuovo utilizzo.


Commenti

  1. scusa sono mortificata ma io dico una parolaccia dietro l'altra

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  2. no no, tu sei una dei pochi con cui non sono incazzata ;)

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  3. Ma di che ti preoccupi? Le feste di compleanno in azienda sono tristissime! O no? Penso che manco Fantozzi nei vari films ne abbia mai parlato. La prossima volta rifiutati tu di andarci se invitata e non dire a nessuno che é il tuo compleanno, anzi per quella data restatene a casa e passa il tempo con chi e come vuoi tu.
    Risultare simpatici non é sempre facile, anzi. Al lavoro si passa sempre molto tempo e pensare di essere isolati non fa certo piacere ma la vita non si conclude in ufficio!

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  4. Otto ore di una donna passano lavorando, e se è fortunata come me, fa un lavoro che le piace. Il resto è pulire e cucinare, per quanto ne dicano i maschietti illuminati, e se c'è da uscire con gli amici, vuol dire il giorno dopo alzarsi all'alba o fare tardissimo per recuperare il tempo trascorso. L'ora di spesa serale non mi gratifica. Se sto male nelle otto ore dell'ufficio non mi resta che il sonno e la mezz'ora di blog.

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  5. Ah, sì. La lezione di nuoto. Allenamento dopo allenamento sono diventata brava.
    Comunque raccolgo il suggerimento: quest'anno niente rinfresco da parte mia.

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